Ormai i giovani vivono attaccati agli smartphone, una parte fondamentale della loro vita che fa storcere il naso a parenti e docenti. Uno studio fa davvero spavento.
L’abuso della tecnologia è sicuramente uno dei problemi più seri dell’era moderna, andiamo a scoprire più da vicino cosa dice la ricerca.
Una ricerca pubblicata su Archives of Disease in Childhood, rivista specializzata sul mondo dei più giovani, sottolinea come alcune adolescenti passino sugli smartphone sei ore al giorno, quasi una su cinque invece è dipendente dai social network e rischia di associare questa situazione a disturbi mentali anche piuttosto complicati da risolvere.
Si parla di uno smartphone preso in mano in media 115 volte al giorno. A condurre lo studio troviamo Silja Kosola, dei Wellbeing Service County di Espoo, Lansi-Uudenmaan, in Finlandia. Si tratta di un approfondimento importante che deve far riflettere sulla condizione dei giovani e sul loro futuro che in questo senso potrebbe essere tutt’altro che roseo. Diventa fondamentale porre dei rimedi, adottando fin da subito delle regole piuttosto rigide.
Lo studio sugli smartphone nel dettaglio
La ricerca sugli smartphone è stata condotta nelle 49 scuole superiori delle più grandi città della Finlandia, cioè Helsinki, Espoo e Vantaa. Questo ha coinvolto 1164 studentesse tra i 15 e i 16 anni. L’uso medio giornaliero, basato su tre giorni di dati, ammonta a 5.8 ore al giorno, con tempo medio sui social di 3.9 ore.
Questa tipologia di dati comporta dei rischi non indifferenti per la natura mentale dei suoi protagonisti. Tra questi individuiamo la diminuzione della resa a scuola, un maggior tasso di incidenti dovuti alla distrazione e quant’altro.
Pare inoltre che questa dipendenza dai social network peggiori anche l’umore dei ragazzi. I risultati della ricerca sottolineano come aumenti la stanchezza e vada a consolidare come stato normale la solitudine. Gli autori dello studio sono arrivati a sottolineare: “Le implicazioni di quasi sei ore al giorno allo smartphone e le sue associazioni con il benessere dei più giovani sono molto serie”.