Truffa telefonica: avete mai sentito parlare del Wangiri? É un metodo subdolo attraverso il quale i malviventi sottraggono il vostro denaro. Tutto parte da uno squillo.
La rivoluzione digitale ci ha esposti sempre di più a “rischi” all’incolumità dei nostri beni che, ormai, sono ben noti agli utenti. Si raggruppano genericamente sotto il nome di phishing. I moderni sistemi di gestione delle truffe online sono in grado di rilevare del pericolo e avvisarci delle attività fraudolente. A volte, possono addirittura bloccare le chiamate sospette prima che causino effettivamente i danni.
Tuttavia, i malviventi sono molto fantasiosi e spesso sono un passo avanti nell‘escogitare metodi innovativi e furbissimi per sottrarre denaro alle povere vittime che capitano sotto le loro grinfie. Il mercato si trova ad affrontare nuovi algoritmi sospetti che potrebbero essere molto difficili da individuare. Il miglior modo per difendersi è la conoscenza. Per questo motivo vogliamo diffondere la presenza di un semplice ma efficace tentativo di frode noto come Wangiri 2.0.
Wangiri 2.0, la nuova truffa telefonica che sfrutta la curiosità degli utenti: come funziona
Se siete dei Millennials, quando eravate degli adolescenti avete sicuramente usato il metodo dello squillo per comunicare rapidamente con amici e parenti. Prima dell’avvento degli smartphone e delle applicazioni di messaggistica gratuite come WhatsApp, i messaggi di testo (o SMS) erano a pagamento.
Fare un veloce squillo a qualcuno poteva avere vari significati: “Ti sto pensando”, “Sono sotto casa, apri la porta”, “Ti sto aspettando” o, più semplicemente, “Richiamami”. La truffa Wangiri funziona più o meno nello stesso modo. Nota come “One ring and drop” (Uno squillo e riattacco),avviene così: i malfattori chiamano i singoli utenti da un numero a tariffa maggiorata e riattaccano prima che la vittima possa rispondere alla chiamata. Una certa percentuale di persone sarà incuriosita dal sapere chi l’abbia contattata. Quindi richiama senza sapere che sta contattando un numero a pagamento.
La frode Wangiri 2.0 è una versione diversa rispetto alla precendete poiché prende di mira le imprese invece dei singoli utenti. Si sfrutta l’idea che le aziende si sentono obbligate a contattare i potenziali clienti, quindi richiameranno automaticamente qualora vengano contattate da un numero sconosciuto. Pertanto, i tassi di richiamata con la frode Wangiri 2.0 sono molto più alti rispetto allo schema originale. I truffatori usano bot su Internet per compilare moduli di contatto sui siti Web aziendali, utilizzando numeri internazionali e a tariffa maggiorata.
Inoltre, a causa della grossa mole della loro attività, le aziende impiegano solitamente più tempo per accorgersi della truffa. Molte di esse esternalizzano il proprio servizio clienti a call center che in genere non dispongono di sofisticati sistemi di gestione delle frodi.