Stai pensando di acquistare delle cuffie antirumore? Prima di farlo devi assolutamente conoscerne il “Lato oscuro”.
Fino a qualche anno fa le cuffie erano un articolo di esclusivo interesse degli appassionati di musica e dei gamer. I primi le utilizzavano per poter cogliere ogni aspetto di un brano o di un’aria, i secondi per poter percepire meglio i suoni all’interno di una partita online e dunque avere un vantaggio rispetto agli avversari, ma anche per poter comunicare più comodamente con gli amici.
Anche le innovazioni tecnologiche che riguardano le cuffie, come l’audio 3D e l’eliminazione del rumore, sono state pensate principalmente per queste due tipologie di utenti. La direzionalità del suono permette agli appassionati di musica di apprezzare ancor di più la profondità del suono, mentre ai gamer di comprendere da quale direzione proviene il rumore al quale devono prestare attenzione.
L’eliminazione del rumore esterno ha sempre lo scopo di migliorare la qualità d’ascolto e lo fa eliminando interferenze sonore esterne. Il loro funzionamento è semplice, possiedono dei microfoni esterni che catturano i rumori che provengono dall’ambiente circostante e li cancellano con una contro frequenza prodotta dagli auricolari stessi.
Una funzione che ha permesso alle cuffie antirumore di diventare un oggetto di culto per tutti. Ormai auricolari e cuffie con cancellazione di rumore vengono utilizzate quotidianamente da tantissime persone durante gli spostamenti casa-lavoro sia per l’ascolto di musica e podcast, sia per effettuare chiamate in pubblico o mentre si guida.
Insomma nella caotica società odierna in cui, soprattutto nelle grandi città, si cerca uno spazio in cui isolarsi in mezzo alla confusione, le cuffie antirumore sono lo strumento ideale per riuscirci. Tuttavia pare che questo prodigio della tecnologia moderna non sia adatto a tutte le tipologie di persone, anzi che sia addirittura sconsigliato ad alcuni.
A lanciare l’allarme e rendere nota la possibile controindicazione delle cuffie antirumore è stato lo studioso Spyros Tsoukalas, autore di uno rapporto sull’argomento pubblicato dal World Mental Health. Il ricercatore spiega come le cuffie antirumore possano acuire gli stati d’ansia e gli episodi di crisi nei soggetti che soffrono di tali disturbi.
Chiunque abbia provato le cuffie antirumore si è reso conto come la cancellazione dei rumori esterni porti ad una maggiore consapevolezza del battito cardiaco e del respiro, dunque ad una maggiore percezione di quei “rumori” automatici che il nostro corpo produce. Tale effetto è controproducente per soggetti ansiosi che sono già stati vittime di attacchi di panico, visto che la percezione distinta del battito e del respiro possono portare a nuovi episodi critici.
Ma non solo, Tsoukalas sottolinea come l’assenza di stimoli rumorosi esterni fa sì che il soggetto si concentri maggiormente sui propri pensieri e che dunque l’autoanalisi e l’introspezione aumentino. Tale aumento della concentrazione su se stessi porta i soggetti con disturbi d’ansia ad incrementare i pensieri ossessivi e ricorrenti.
Insomma se si è soggetti ansiosi o si sta vivendo un periodo particolarmente duro a livello psicologico è meglio evitare le cuffie con cancellazione di rumore e preferirne un modello che consenta di percepire ciò che avviene nei dintorni. Va detto che anche le cuffie antirumore hanno un pulsante che permette di eliminare il filtraggio del rumore quando non si sta ascoltando nulla.
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